Il nuovo numero di Informazioni SVIMEZ analizza il ruolo delle imprese a controllo estero in Italia, con particolare attenzione al contributo delle multinazionali statunitensi all’export regionale.
Nel quadro della “guerra dei dazi” e delle politiche di reshoring USA, un possibile ritiro delle imprese americane dall’Italia potrebbe ridurre produzione e occupazione. Secondo le stime SVIMEZ, le imprese estere sono solo l’1,2% del totale, ma generano il 21% del fatturato e il 9,5% degli addetti; nel manifatturiero producono il 30% dell’export nazionale. Nel Sud, la loro presenza è più concentrata ma cruciale: in Basilicata rappresentano il 52% delle esportazioni, e quelle americane il 24,8%.
In totale, le multinazionali USA esportano dall’Italia circa 43 miliardi di euro, oltre un quinto del totale estero, con forti poli in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Lazio. Le economie regionali risultano quindi integrate ma vulnerabili rispetto alle scelte delle grandi imprese internazionali, soprattutto statunitensi.
Per il Vicedirettore della Svimez e curatore del Report, Stefano Prezioso “Il lavoro conferma il peso rilevante delle multinazionali straniere all’interno del nostro export. E’ evidente che qualora i dazi imposti dal governo americano durino nel tempo, le multinazionali statunitensi operanti nel nostro paese potrebbero essere tentate di riportare la produzione a casa, c.d. reshoring. La perdita di questa produzione potrebbe dar luogo a un danno, per l’economia italiana, ampio, probabilmente maggiore di quello che deriva dai soli dazi. La risposta a questa pericolo da parte dell’Europa finora è debole, concentrandosi esclusivamente sulle problematiche dei dazi”.


