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24 Ottobre 2024

Bianchi “Con l’Autonomia una competizione malsana tra Regioni”

VENEZIA

Luca Bianchi è il direttore di Svimez, voce spesso critica sull’Autonomia. Era stato invitato alla Giornata veneziana sulla riforma…

«Ed è stato un invito graditissimo, purtroppo ero a Palermo per lavoro. Ma il dialogo è fondamentale. Ho letto i resoconti della giornata e ho l’impressione che il dibattito torni sempre al punto di partenza…».

Si riferisce allo studio della Cgia sulle risorse?

«Sì, sono rimasto stupito che si riparta di nuovo dalla distribuzione sul territorio della spesa pubblica parlando di Autonomia, credo sia un ragionamento utile ma nell’ambito di una riflessione sul federalismo fiscale. Con questo modello di Autonomia si tende a cristallizzare la spesa storica perché è a risorse invariate, di fatto la Regione deve svolgere le funzioni attribuite con le stesse risorse che aveva prima».

Ma sulle materie Lep (livelli essenziali di prestazione) si dovrà superare la spesa storica arrivando al fabbisogno standard basato sui Lep…

«Appunto, e questo vuole dire fare il federalismo fiscale. I Lep si devono fare per quella riforma non per l’Autonomia differenziata, questo è un bel vulnus. L’approccio del convegno di ieri (martedì ndr) sembra, invece, molto figlio delle prime proposte legate alla riduzione del residuo fiscale. E poi, questo è il colmo, i dati della Cgia non fanno emergere un dualismo Nord Sud bensì una differenza di spesa molto più ampia fra le diverse regioni del Nord. La spesa pubblica più bassa rimane in Puglia, Sicilia, Calabria e Campania».

Se calcoliamo la previdenza…

«I dati sono più sensati al lordo della previdenza».

Trova corretto inserire il criterio sociodemografico nella definizione dei Lep così come si fa sui Lea (livelli essenziali di assistenza) in sanità?

«Sì ma dipende da che si intende per criterio sociodemografico. L’attuale ripartizione del Fondo sanitario nazionale è sostanzialmente sulla demografia con una correzione di appena l’1% sull’indicatore di povertà. Noi chiediamo di alzare questo indicatore per riequilibrare un po’ la spesa».

Intanto si discute di materie non-Lep, qui si parla di invarianza di spesa..

«Però qui si rischia una differenziazione delle regole, penso a un’impresa che ha stabilimenti in due diverse regioni. Ma, soprattutto, se si arrivasse a retribuzioni diversificate, penso a scuola e sanità, si arriverebbe a una competizione fra regioni».

Trattenimento dei risparmi da gestione virtuosa sulle materie devolute?

«Qui si introduce un ulteriore elemento di aleatorietà nella finanza pubblica».

Ma senza risparmi perché si dovrebbe chiedere l’Autonomia?

«La Regione dovrebbe chiedere a valle di un sistema di federalismo fiscale con Lep, fabbisogni e costi standard ma sui risparmi deciderebbe la trattativa fra Regione e governo e questo rischia di pregiudicarne la sostenibilità del sistema e potenzialmente anche il rating del debito pubblico se venisse richiesta da molte regioni, quindi attenzione. È il tema più delicato».

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