Di seguito una sintesi della memoria Svimez sul DL 39/2024 (agevolazioni fiscali edilizia)
Gli obiettivi del DL 39/2024
Il DL n. 34/2020 (Decreto Rilancio) ha introdotto una detrazione pari al 110% delle spese relative a interventi di efficienza energetica e di misure antisismiche sugli edifici (superbonus). La normativa in materia è stato poi interessata da diverse modifiche, con riguardo alle tipologie degli interventi agevolati e ai soggetti beneficiari, generando un quadro assai complesso.
Il DL n. 39/2024 interviene sulla normativa previgente con l’obiettivo di introdurre misure più incisive a tutela della finanza pubblica. L’intervento appare opportuno anche alla luce degli ultimi dati certificati dall’Istat, che hanno rivisto al rialzo il rapporto deficit/Pil nel 2023 al 7,2%. In particolare, l’art. 1 del DL reca modifiche alla disciplina in materia di opzioni per la cessione dei crediti e lo sconto in fattura; l’art. 2 modifica la disciplina in materia di remissione in bonis; l’art. 3 prevede disposizioni in materia di trasmissione dei dati relativi alle spese agevolabili fiscalmente; l’art. 4 reca disposizioni in materia di utilizzabilità dei crediti da bonus edilizi e di compensazioni di crediti fiscali.
L’impatto macroeconomico del Superbonus
La Svimez ha stimato l’impatto macroeconomico del superbonus 110% nelle regioni del Centro-Nord e del Mezzogiorno, considerando l’incremento della spesa per investimenti in costruzioni al netto della quota non direttamente riconducibile alla misura.
Il superbonus ha dato un forte impulso agli investimenti privati nel settore delle costruzioni in entrambe le macroaree del Paese, ponendo fine a una prolungata fase di stagnazione. Secondo le stime Svimez, nel periodo 2021-2024, il superbonus ha contribuito alla crescita degli investimenti privati in costruzioni per il 40,2% nel Centro-Nord e per il 37,1% nel Mezzogiorno.
Nello stesso arco temporale, la misura ha generato un aumento del Pil pari a 3,8 punti percentuali nel Centro-Nord e 2,9 punti nel Mezzogiorno. Complessivamente, il superbonus ha inciso per circa un quarto sulla crescita registrata nel Mezzogiorno tra il 2021 e il 2024 (+11,7%), mentre nel Centro-Nord il suo contributo è stato ancora più rilevante, attestandosi al 28%.
L’impatto espansivo più marcato nelle regioni del Centro-Nord è attribuibile ai cambiamenti normativi introdotti, che hanno progressivamente reso più oneroso l’accesso alla misura per i beneficiari appartenenti alle fasce di reddito più basse, prevalentemente concentrate nel Mezzogiorno.
La misura ha determinato un incremento complessivo di 429mila occupati a livello nazionale, di cui 322mila nel Centro-Nord e 107mila nel Mezzogiorno, contribuendo rispettivamente alla crescita dell’occupazione per 1,7 e 1,5 punti percentuali. A differenza di quanto osservato per il Pil, l’incidenza della policy sulla crescita occupazionale complessiva del periodo mostra quindi una differenza più contenuta tra le due macroaree: 42% nel Centro-Nord e 37% nel Mezzogiorno.
Contributi del superbonus alla crescita di Pil e occupazione (valore cumulati 2021-2024)
Contributo alla crescita del Pil (in punti percentuali) | Contributo alla crescita dell’occupazione (in punti percentuali) | |
Mezzogiorno | 2,9 | 1,5 |
Centro-Nord | 3,8 | 1,7 |
Italia | 3,6 | 1,6 |
Fonte: Svimez, modello NMODS.