La sintesi della memoria Svimez sul Disegno di legge di bilancio per il 2024
Gli effetti territoriali sul conto economico della Pa
Nel 2024 l’intonazione della Legge di Bilancio è sostanzialmente espansiva, per quasi 16 miliardi di euro a livello nazionale, circa due terzi dei quali, secondo le valutazioni della Svimez, sono a favore del Centro-Nord. Dall’esercizio di territorializzazione della Svimez risulta tuttavia un riparto del valore complessivo della manovra favorevole al Mezzogiorno nel biennio 2024-2025, sia in termini pro capite che in percentuale del Pil.
Legge di bilancio 2024, valore della manovra per macroarea
2024 | 2025 | ||
Euro pro capite | Italia | 269,3 | 77,1 |
Centro-Nord | 257,9 | 72,0 | |
Mezzogiorno | 291,9 | 87,2 | |
In % del Pil | Italia | 0,76 | 0,21 |
Centro-Nord | 0,62 | 0,17 | |
Mezzogiorno | 1,23 | 0,35 |
Fonte: elaborazioni Svimez su dati DPB 2024.
Una valutazione territoriale della riduzione del cuneo contributivo
Il maggior deficit del 2024 è in larga parte determinato dalla riduzione del cuneo contributivo a carico dei lavoratori dipendenti pubblici e privati con redditi medio bassi (circa 14,7 miliardi). La Svimez valuta un impatto significativo della misura sul reddito disponibile delle famiglie in entrambe le macroaree. La misura dovrebbe contribuire a sostenere, almeno nel 2024, una dinamica dei consumi altrimenti stagnante nel Mezzogiorno (1,26 punti percentuali aggiuntivi rispetto allo scenario base).
Impatto dello sgravio contributivo sul reddito disponibile delle famiglie nel 2024 (Var. %, prezzi costanti)

Fonte: elaborazioni Svimez su dati DPB 2024.
Il credito di imposta Zes Unica per il Mezzogiorno
La Zes Unica per il Mezzogiorno sostituirà le attuali otto a partire dal 1° gennaio 2024. Tra gli incentivi finalizzati all’attrazione di investimenti, un ruolo centrale è attribuito al credito di imposta concesso alle imprese che effettuano l’acquisizione di nuovi beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno. L’estensione a tutto il Mezzogiorno delle misure di incentivazione e delle procedure autorizzative semplificate rappresenta una forma di fiscalità compensativa orizzontale per gli investimenti al Sud, presentando quindi indubbi vantaggi potenziali. D’altra parte, per esprimere le sue potenzialità la misura dovrà essere pienamente integrata nelle politiche industriali nazionali e regionali e nelle più ampie strategie di sviluppo del Paese. Andrà inoltre verificata la capacità della struttura di missione nazionale di svolgere per l’intero territorio meridionale la funzione di sportello unico delle autorizzazioni.
La Legge di Bilancio 2024 ha fissato un limite di spesa complessivo di 1,8 miliardi di euro per il credito d’imposta sugli investimenti, valido esclusivamente per il 2024. L’introduzione di questo tetto potrebbe comportare l’interruzione anticipata dello strumento nel caso in cui le domande superino le risorse stanziate. Inoltre, la ridefinizione delle soglie minime degli investimenti incentivabili avrà effetti contrastanti sul grado di utilizzo della misura, rendendo difficile, al momento, una valutazione accurata dell’adeguatezza dello stanziamento. Per garantire continuità allo strumento, altrimenti in scadenza al 31 dicembre 2023, sarà fondamentale procedere con tempestività all’emanazione del decreto attuativo, che dovrà disciplinare le modalità di accesso al beneficio, nonché i criteri e le procedure per l’applicazione e la fruizione del credito d’imposta.
L’Agenda Sud per la scuola
La Legge di Bilancio 2024 rafforza, per l’anno scolastico 2024/2025, le misure già avviate nell’ambito del piano Agenda Sud a sostegno dell’istruzione primaria e secondaria. In particolare, vengono stanziati: a) 50 milioni di euro per prorogare, dal 1° gennaio al 15 aprile 2024, i contratti a tempo determinato del personale ausiliario assunto temporaneamente dalle istituzioni scolastiche statali; b) 3,3 milioni di euro per il 2024 e 10 milioni di euro per il 2025 per potenziare l’organico dei docenti a supporto dei progetti pilota del piano Agenda Sud. Vengono inoltre destinati 40 milioni di euro alle istituzioni scolastiche statali, delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania e Molise.
Sebbene le risorse stanziate siano limitate, le misure introdotte vanno nella direzione indicata dalla Svimez, che ha più volte sottolineato l’urgenza di ridurre i divari territoriali nella qualità e nell’ammontare della spesa pubblica per l’istruzione, con particolare riferimento alla carenza di infrastrutture scolastiche nel Mezzogiorno. Questo orientamento dovrebbe anche tenere conto delle criticità già evidenziate dalla Svimez riguardo alla distribuzione territoriale degli interventi di infrastrutturazione scolastica previsti dal Pnrr, correggendone i limiti per garantire un impatto più equo ed efficace.