Website Preloader

3 Maggio 2023

Incentivi fiscali in materia edilizia

La sintesi della memoria Svimez sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica degli incentivi fiscali in materia edilizia.

Gli incentivi fiscali in edilizia: i dati nazionali

Secondo i dati Enea, al 31 marzo 2023, il numero di interventi agevolati dal superbonus 110% ha raggiunto quota 403.809, con un valore complessivo degli investimenti previsti pari a 72,8 miliardi di euro. Di questi, i lavori già realizzati ammontano a 58,1 miliardi di euro (in aumento rispetto ai 46,6 miliardi registrati al 31 dicembre 2022). Le detrazioni previste e già maturate risultano rispettivamente pari a 80 miliardi e 63,9 miliardi di euro, mentre l’investimento medio per intervento si attesta a circa 180.000 euro.

La distribuzione territoriale degli interventi

La ripartizione territoriale degli interventi evidenzia una maggiore concentrazione nel Centro-Nord, che assorbe il 71,3% del totale degli interventi agevolati, con investimenti previsti per 50,9 miliardi di euro (69,9% del totale nazionale) e un importo medio per intervento di 176.700 euro. Gli investimenti effettivamente realizzati in quest’area ammontano a 41,5 miliardi di euro, pari al 71,4% del totale nazionale.

Nel Mezzogiorno gli interventi agevolati sono stati 115.900, con un valore complessivo degli investimenti previsti di 21,9 miliardi di euro (30,1% del totale nazionale). L’importo medio per intervento nel Sud è superiore di circa 12.000 euro rispetto al Centro-Nord, attestandosi a 188.700 euro. Tuttavia, gli investimenti effettivamente realizzati nel Mezzogiorno ammontano a 16,6 miliardi di euro (28,6% del totale nazionale), con un tasso di realizzazione del 75,9%, inferiore a quello del Centro-Nord (81,5%).

Maggiore capacità di assorbimento nel Mezzogiorno rispetto alle precedenti agevolazioni

I dati evidenziano che il Mezzogiorno ha mostrato una capacità di assorbimento degli incentivi del Superbonus nettamente superiore rispetto ad agevolazioni edilizie precedenti, come l’Ecobonus, che aveva visto la “quota Sud” fermarsi all’11,3%. Un fattore chiave di questa maggiore diffusione è stata la possibilità di fruire dell’incentivo attraverso lo sconto in fattura e la trasformazione della detrazione in credito d’imposta cedibile a terzi. Queste due modalità alternative alla detrazione fiscale diretta hanno favorito l’accesso al Superbonus anche per i beneficiari a basso reddito, tipicamente con maggiore difficoltà di accesso al credito bancario. Questo meccanismo ha reso possibile una distribuzione delle risorse più equa, favorendo le regioni meridionali.

L’impatto macroeconomico degli incentivi

Per isolare il contributo effettivo del Superbonus e del Bonus Facciate all’aumento della spesa in edilizia residenziale nell’ultimo biennio, è necessario sottrarre alcuni fattori che avrebbero comunque influito sugli investimenti: (i) l’effetto rimbalzo post-pandemia, dovuto alla ripresa fisiologica del settore dopo il blocco del 2020; (ii) il trend di medio periodo degli investimenti in edilizia, ossia la quota di spesa normalmente sostenuta dagli operatori indipendentemente dagli incentivi; (iii) gli investimenti in opere pubbliche, che non rientrano tra gli interventi agevolati dai bonus edilizi.

L’analisi comparata dei dati di contabilità pubblica con i dati amministrativi Enea sugli investimenti realizzati con superbonus e bonus facciata ci portano a stimare, anche alla luce del trend storico del comparto residenziale, che circa l’80% degli investimenti sono aggiuntivi rispetto a quanto sarebbe avvenuto in assenza di incentivi.

Sulla base di queste valutazioni, la Svimez stima un contributo di 1,9 punti percentuali alla crescita del Pil nazionale nel biennio 2021-2022.

L’impatto è stato differenziato tra le aree del Paese: nel Mezzogiorno, il contributo è stato superiore, pari a 2,4 punti percentuali; nel Centro-Nord, l’effetto è stato più contenuto, con un incremento di 1,8 punti percentuali. Questa differenza è principalmente dovuta al peso relativo del settore delle costruzioni nelle due aree: nel Mezzogiorno, il comparto edilizio rappresenta quasi il 32% dell’economia dell’area; nel Centro-Nord, il peso dell’edilizia è inferiore, intorno al 18%.

Se si considera il contributo del Superbonus alla crescita economica complessiva di ciascuna macro-area, emerge che: nel Centro-Nord, il Superbonus ha rappresentato il 17% della crescita del Pil; nel Mezzogiorno, l’impatto è stato maggiore, incidendo per il 27% della crescita complessiva. Il valore dei moltiplicatori di impatto impliciti in questa valutazione è risultato pari a 1,4 nel Centro-Nord e 1,5 nel Mezzogiorno, evidenziando una maggiore capacità dell’incentivo di stimolare investimenti aggiuntivi nel Sud. Tuttavia, è importante sottolineare che l’effetto espansivo di questi incentivi è temporaneo. Trattandosi di una misura straordinaria, il suo contributo alla crescita si esaurisce con la fine del periodo di erogazione, senza determinare un effetto strutturale di lungo periodo.

Condividi

Notizie correlate

Cerca nel sito

Inserisci una parola chiave per cercare nel titolo, contenuto o riassunto