La sintesi della Memoria Svimez sull’utilizzo dei fondi strutturali e d’investimento europei
Le riprogrammazioni del ciclo 2014-2020
Il punto di partenza della Memoria è l’illustrazione dei principali risultati dello studio Svimez “Presente e futuro delle politiche europee per la coesione”, nel quale si propone una comparazione tra la programmazione iniziale degli interventi e quella «effettiva» realizzatasi a seguito delle riprogrammazioni avvenute nel corso del ciclo 2014-2020. L’analisi è focalizzata, in particolare, sul Fesr, il Fondo maggiormente interessato dalle riprogrammazioni. Il principale obiettivo dell’analisi è valutare la coerenza dell’utilizzo delle risorse della coesione europea con gli obiettivi di crescita delle regioni meno sviluppate e di riduzione dei divari territoriali.
Il verificarsi di due crisi di portata mondiale rende complessa ogni valutazione del ciclo di programmazione 2014-2020 dei fondi europei per la coesione. Tali crisi hanno determinato, in seno alle Istituzioni europee, una parziale ridefinizione delle priorità delle politiche da perseguire con le risorse della coesione, attraverso l’introduzione di deroghe e flessibilità per il loro utilizzo.
Le modifiche regolatorie hanno spinto la politica di coesione a fare troppo, a scapito dell’efficace utilizzo delle relative risorse. Ma se questa narrazione della limitata efficacia della programmazione 2014-2020 delle politiche di coesione può essere sufficiente a livello europeo, sicuramente non lo è nel caso italiano.
L’Italia si è distinta per una eccessiva riallocazione di risorse verso interventi a favore delle imprese. Interventi che non rappresentano lo strumento principale per attivare duraturi percorsi di crescita. Si tratta di un dato preoccupante, soprattutto perché associato a scelte programmatorie che hanno sacrificato volumi ancora maggiori di risorse per la realizzazione di infrastrutture per lo sviluppo economico e sociale.
Le riforme della governance della politica di coesione in Italia nel ciclo 2021-2027
La Memoria si sofferma sulle recenti riforme della governance della politica di coesione in Italia per il ciclo 2021-2027, discutendone sugli obiettivi, i cambiamenti e le implicazioni per l’efficacia della spesa pubblica e il coordinamento con il Pnrr.
Nella Memoria vengono riprese le valutazioni della Svimez già oggetto di confronto istituzionale in occasione dell’audizione del 20 maggio 2024 innanzi all’Ufficio di Presidenza integrato della Commissione Bilancio del Senato.
La politica di coesione nel post-2027
La Memoria si conclude con alcune considerazioni sul dibattito corrente intorno al futuro della coesione nel post-2027. Si sottolinea l’importanza di un ripensamento delle politiche di coesione in un contesto di crescente sfida competitiva e di cambiamenti strutturali nell’Unione europea. La Svimez evidenzia i limiti dell’attuale modello di programmazione, ancora fortemente ancorato a una logica di rendicontazione della spesa piuttosto che all’effettivo raggiungimento di obiettivi strategici di crescita e riduzione dei divari territoriali. Questo approccio, combinato con una governance multilivello, ha spesso ridotto l’efficacia delle politiche di coesione, specialmente nelle aree caratterizzate da una bassa capacità amministrativa e di spesa.
Tutte le politiche, sia europee che nazionali, dovrebbero tener conto dei loro impatti territoriali, senza entrare in contrasto con gli obiettivi di coesione.
La Svimez ribadisce che la coesione europea opera in un quadro di politiche macroeconomiche che amplificano le asimmetrie territoriali, aumentando gli squilibri tra economie nazionali e regionali. La necessità di un coordinamento più stretto tra coesione e governance macroeconomica europea è un elemento essenziale per garantire che la politica di coesione non sia lasciata da sola a mitigare i divari territoriali.
Un altro aspetto cruciale riguarda la necessità di integrare la politica di coesione con le politiche europee per la competitività. La riduzione dei divari territoriali, la perequazione infrastrutturale, l’accesso equo ai servizi essenziali e il supporto alle regioni meno sviluppate nella doppia transizione verde e digitale devono essere supportati non solo dalle politiche di coesione ma anche da politiche nazionali coerenti e complementari.
La Svimez propone l’adozione di un approccio più orientato ai risultati, prendendo spunto dall’esperienza del Pnrr. L’idea di subordinare l’erogazione delle risorse al raggiungimento di obiettivi specifici potrebbe rappresentare una soluzione efficace per migliorare l’efficacia delle politiche di coesione. Un approccio performance-based, che definisca obiettivi chiari e target territoriali misurabili, potrebbe rappresentare una strada percorribile per rafforzare l’impatto della coesione e garantirne un’effettiva incidenza sulla crescita e sulla riduzione dei divari territoriali.