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Informazioni Svimez
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La SVIMEZ lancia un nuovo prodotto editoriale di divulgazione e proposte di policy aggiornando una testata storica. La collana ospita analisi e studi su numerosi temi: il monitoraggio del PNRR, la mappatura delle disuguaglianze territoriali, le implicazioni delle riforme sui contesti socioeconomici, gli effetti delle transizioni sui sistemi produttivi locali, oltre a analisi, scenari e previsioni sulle economie regionali.

Numero 3 · marzo 2025 · “Chiamata alle armi” per la coesione

Il Piano Rearm Eu propone un utilizzo delle risorse della coesione inconciliabile con i suoi obiettivi di inclusione economica, sociale e territoriale. La coesione rappresenta un pilastro costitutivo dell’Unione europea che non può essere indebolito di fronte ad ogni emergenza. Tuttavia, il basso tasso di spesa del ciclo 2021-2027 e il debole consenso politico intorno a questa politica potrebbe determinare, come avvenuto in passato, e nonostante le dichiarazioni di principio, una forte pressione della Commissione e delle stesse istituzioni nazionali per un loro utilizzo per investimenti nella difesa. Non basta opporsi alla proposta. Occorre prendere atto dell’urgenza di una profonda riforma che faccia i conti con i suoi «fallimenti» ma che sia in grado di valorizzarne il potenziale in termini di costruzione di un’Europa più inclusiva e competitiva.

Numero 2 · febbraio 2025 · Dove vanno le Regioni italiane. Previsioni regionali 2024-2026

Nel 2025-2026 il Centro-Nord torna a crescere più del Mezzogiorno. Ma la crescita complessiva è debole, sostenuta prevalentemente da servizi di mercato a bassa intensità di conoscenza. Tale circostanza incrocia una delle grandi “questioni” del nostro Paese, quella salariale, intesa come livello e dinamica più contenuta delle retribuzioni nazionali nel confronto europeo. In Italia, i minori salari unitari svolgono un ruolo “equilibratore” al ribasso per garantire la tenuta dei margini, dati i minori livelli di prodotto per addetto che si registrano in larga parte del sistema produttivo e nel comparto del terziario.

Numero 1 · febbraio 2025 · Pnrr Execution: le opere pubbliche di Comuni e Regioni

Comuni e Regioni del Sud più coinvolti nella realizzazione delle opere pubbliche del Pnrr. Più lento l’avvio dei lavori a titolarità delle Regioni rispetto ai Comuni. I Comuni del Mezzogiorno stanno rispondendo alla sfida: più avanzati i lavori per asili nido e infrastrutture scolastiche rispetto a reti di trasporto, opere ambientali e idriche. Nelle regioni del Sud, i ritardi maggiori negli interventi di sanità territoriale.

Numero 5 · settembre 2024 · Il diritto alla cittadinanza dei bambini che studiano in Italia

Lo Ius Scholae rappresenta un atto necessario di uguaglianza sociale e un investimento sul futuro del Paese, con potenziali benefici sulla tenuta del sistema scolastico, e, più in generale, sulle prospettive demografiche. Ma l’efficacia della riforma dipende dalla volontà di inserire lo strumento in un ampio programma di rafforzamento del welfare territoriale a sostegno dei redditi e della genitorialità.

Numero 4 · luglio 2024 · L’anno della crescita differenziata. Le regioni italiane nel 2023

Nel 2023 la crescita italiana rallenta, ma resta sopra la media europea, sostenuta dalle politiche 2021-22 di accompagnamento alla ripresa e dagli investimenti del PNRR. La congiuntura è differenziata tra regioni e settori. L’espansione di costruzioni e servizi spinge la crescita meridionale oltre la media nazionale. La frenata dell’industria rallenta il Nord e, soprattutto, il Centro, che soffre anche la debolezza dei servizi. Cresce l’occupazione, ma i salari perdono potere d’acquisto. La fase di rientro dalle politiche di bilancio espansive va gestita salvaguardando le priorità dell’inclusione sociale e del rilancio degli investimenti pubblici e privati.

Numero 3 · marzo 2024 · Dove vanno le regioni italiane (Previsioni 2023-2025)

Nel corso degli ultimi anni l’economia italiana è stata sottoposta a shock straordinari –pandemia e crisi energetica – cui sono corrisposte reazioni altrettanto eccezionali delle politiche, sia fiscali che monetarie. Ciascun territorio ha risentito di tale instabilità in maniera diversa, a seconda del grado di esposizione a tali shock e della propria struttura produttiva. D’altra parte, i differenziali di crescita fra le diverse macroaree sono stati nel complesso contenuti grazie alle misure compensative adottate dalla politica di bilancio a favore di imprese e famiglie.

Numero 1 · febbraio 2024 · Un Paese due cure. I divari Nord-Sud nel diritto alla Salute

Al Sud i servizi di prevenzione e cura sono più carenti, minore la spesa pubblica sanitaria, più lunghe le distanze da percorrere per ricevere assistenza, soprattutto per le patologie più gravi. Investire in Sanità dovrebbe tornare tra le priorità nazionali, correggendo il metodo di riparto regionale del Fondo Sanitario Nazionale sulla base degli indicatori di deprivazione. L’autonomia differenziata rischia di ampliare le disuguaglianze nelle condizioni di accesso al diritto alla salute

Numero 2 · maggio 2023 · Asili nido e infrastrutture scolastiche: il PNRR non colmerà i divari territoriali

Gli investimenti del PNRR difficilmente centreranno l’obiettivo della riduzione dei divari territoriali nell’offerta di servizi alla prima infanzia e nella dotazione di infrastrutture scolastiche. Pesano le scelte nazionali di allocazione delle risorse e la limitata capacità progettuale e amministrativa di alcune amministrazioni del Mezzogiorno.

Numero 1 · marzo 2023 · I Comuni alla prova del PNRR

I Comuni del Sud hanno pienamente compreso l’opportunità del PNRR, ma oltre la metà di essi giudica troppo complesse le procedure di partecipazione ai bandi. Tra il 2011 e il 2022, la realizzazione di un’infrastruttura sociale al Sud ha richiesto nove mesi in più rispetto alla media dei Comuni italiani; un anno e mezzo in più dei Comuni del Nord-Ovest. Per scongiurare il rischio di non realizzare gli investimenti del PNRR nei tempi previsti è necessario dare continuità alle azioni di rafforzamento e supporto delle amministrazioni comunali.

Numero 1 · ottobre 2022 · Lo shock energetico colpisce più duramente l’industria meridionale

La crisi energetica rischia di esercitare effetti regionali asimmetrici, arrecando i maggiori danni all’industria del Mezzogiorno, più esposta allo shock per il maggior fabbisogno energetico. In base alle stime, l’aumento dei prezzi di energia elettrica e gas si tradurrebbe, per le imprese industriali, in un aumento in bolletta annuale di 42,9 miliardi di euro. Di questi, il 20 % circa (8,2 miliardi) fa capo ai sistemi produttivi del Mezzogiorno, il cui contributo in termini di valore aggiunto sul totale del comparto industriale nazionale è tuttavia inferiore al 10%. L’impennata inflazionistica implica un’erosione dei margini di redditività particolarmente allarmante e rischi operativi più concreti per le imprese del Sud.

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